lunedì 24 febbraio 2014

Il nuovo ministro della Cultura? Un economista, parola di Emmanuele Emanuele

Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma 
Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma
 
"Arte e Finanza" un accostamento semantico che ai più non suona affatto bene se non per ricordare le speculazioni sul mercato dell'arte. Invece il coraggioso libro di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma, edito da Edizioni Scientifiche Italiane, mette in relazione due mondi, in realtà, profondamente connessi, che barriere ideologiche sinora hanno intenzionalmente tenuto separati.
Ma la sinergia tra i due campi ormai appare necessaria e urgente per il rilancio della nostra economia. "Il nostro patrimonio unico e ricercato da tutti può essere il motore della ripresa" lo ha affermato con decisione l'autore ieri sera a Palazzo Madama a Torino, in occasione della presentazione del libro nella bella Camera delle Guardie, con un panel di esperti - invitati da Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei -, tra cui Luciano Violante, presidente di ItaliaDecide e "unico politico con il quale ci si intende quando si parla di patrimonio culturale" secondo l'economista prestato alla cultura: Emanuele è stato presidente dell'azienda speciale Palaexpo; è presidente della Fondazione Roma - Mediterraneo e presidente onorario dell'orchestra sinfonica di Roma.

"Perché il prossimo ministro della Cultura deve essere in stretto contatto con il ministero dello Sviluppo Economico e con quello dell'Economia, il nostro patrimonio ha bisogno di un piano industriale in grado in attrarre risorse private e in stretto collegamento con un piano per il turismo" prosegue. E quasi vien da pensare che forse il prossimo ministro a sedere in via del Collegio Romano non dovrebbe essere un uomo del mondo della cultura, ma un uomo che sappia imprimere dinamiche economiche al nostro patrimonio culturale, che insomma conosca le leggi dell'economia e, in particolare della sostenibilità della cultura, ma contemporaneamente conosca il prezioso valore del nostro patrimonio.

"Il capitale culturale è un bene che fornisce valore economico e culturale" è convinto anche per una lunga e diretta esperienza il professor Emanuele (che porterà a Parigi il Tesoro di San Gennaro e sta lavorando a Roma a quattro mostre su Warhol, il ‘700 inglese, Norman Rockwell e il Barocco romano). E se lo sforzo del precedente governo con il Decreto Legge "Valore Cultura" è stato quello di dare la possibilità di un riequilibrio finanziario tra tutti i teatri e i musei, compresi i poli museali e le Sovrintendenze speciali e questo, dice il professor Emanuele, sbagliando poiché non prevedeva la distinzione tra chi era stato virtuoso e chi no, evidentemente non si è ancora ragionato in termini economici.
Diventa così "fondamentale modificare il sistema di finanziamento dei luoghi di cultura anche con nuovi strumenti finanziari e di copertura del rischio, attraendo risorse dai privati (project financing) e rendendo l'amministrazione del singolo luogo culturale più responsabile" conclude. E se ancora qualcuno storcerà il naso leggendo nel libro termini come crisi finanziaria, derivati e gestione finanziaria di un'impresa culturale, vuol dire che è rimasto indietro. Il futuro è nell'innovazione della valorizzazione del nostro capitale culturale

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