Il nuovo ministro della Cultura? Un economista, parola di Emmanuele Emanuele
di Marilena Pirrelli19 febbraio 2014
ilsole24ore.com
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Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma
Ma la sinergia tra i due campi ormai appare necessaria e urgente per il rilancio della nostra economia. "Il nostro patrimonio unico e ricercato da tutti può essere il motore della ripresa" lo ha affermato con decisione l'autore ieri sera a Palazzo Madama a Torino, in occasione della presentazione del libro nella bella Camera delle Guardie, con un panel di esperti - invitati da Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei -, tra cui Luciano Violante, presidente di ItaliaDecide e "unico politico con il quale ci si intende quando si parla di patrimonio culturale" secondo l'economista prestato alla cultura: Emanuele è stato presidente dell'azienda speciale Palaexpo; è presidente della Fondazione Roma - Mediterraneo e presidente onorario dell'orchestra sinfonica di Roma.
"Il capitale culturale è un bene che fornisce valore economico e culturale" è convinto anche per una lunga e diretta esperienza il professor Emanuele (che porterà a Parigi il Tesoro di San Gennaro e sta lavorando a Roma a quattro mostre su Warhol, il ‘700 inglese, Norman Rockwell e il Barocco romano). E se lo sforzo del precedente governo con il Decreto Legge "Valore Cultura" è stato quello di dare la possibilità di un riequilibrio finanziario tra tutti i teatri e i musei, compresi i poli museali e le Sovrintendenze speciali e questo, dice il professor Emanuele, sbagliando poiché non prevedeva la distinzione tra chi era stato virtuoso e chi no, evidentemente non si è ancora ragionato in termini economici.
Diventa così "fondamentale modificare il sistema di finanziamento dei luoghi di cultura anche con nuovi strumenti finanziari e di copertura del rischio, attraendo risorse dai privati (project financing) e rendendo l'amministrazione del singolo luogo culturale più responsabile" conclude. E se ancora qualcuno storcerà il naso leggendo nel libro termini come crisi finanziaria, derivati e gestione finanziaria di un'impresa culturale, vuol dire che è rimasto indietro. Il futuro è nell'innovazione della valorizzazione del nostro capitale culturale
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