Lo scultore Oliviero Rinaldi ha ridato nuova linfa alla sua statua di papa Giovanni Paolo II°, sita in Roma, Piazza dei Cinquecento e intitolata "Conversazioni". Le malelingue dicevano che somigliasse a Mussolini o a Batman.
Roma - Lo scultore Oliviero Rainaldi, dal suo studio dell'ex pastificio Cerere, nel cuore di San Lorenzo, sotto l' atelier di Maurizio Savini, fa le sue giuste osservazioni sulle polemiche scoppiate il 18 maggio del 2011 per la sua statua in onore del venerato papa polacco, Giovanni Paolo II°, in Roma, Piazza dei Cinquecento, sgradita a molti cittadini, oltre che all'Osservatore Romano, semplicemete perché poco somigliante, come se una creazione artistica devesse, obbligatoriamente,"somigliare"! "Volevo dedicare un'opera a Wojtyla"- fa sapere lo scultore -"e la Fondazione intitolata a Silvana Angelucci (la madre di Giampaolo e Alessandro, a capo di un impero nel campo nella sanità privata, ndr) desiderava regalare alla città eterna una statua del papa. Così è nata la donazione". Per la realizzazione dell'opera, l'artista, (che non ha percepito neanche un centesimo) ha dovuto far fronte a tempi strettissimi, per essere puntuale all'inaugurazione nel giorno della beatificazione. La necessità di procedere al completamento dell'opera e non alla "modifica" è nata subito ed è stata, innanzitutto, soprattutto un'esigenza personale dell'artista; nessuno avrebbe potuto dirgli come correggere la scultura! (Se di correzione si vuol parlare). Il Comune di Roma aveva nominato una commissione di storici dell'arte composta da Broccoli, Buranelli, Carbonara e Marini Clarelli... "Ci siamo visti un paio di volte. - continua Oliviero Rinaldi- Ho spiegato loro cosa intendevo fare per rendere l'opera più fedele al bozzetto originario. La commissione ha capito e condiviso; dopodiché mi sono chiuso con il fonditore Ivo Adami nel cantiere di piazza dei Cinquecento e lì abbiamo smontato la scultura e apportato minime, ma fondamentali, correzioni nel riassemblaggio dei 18 pezzi, tra cui l'allungamento del collo. I cambiamenti più significativi dell'opera?
"La scultura era stata montata male. Avevo previsto che il corpo fosse svasato, ma la rastremazione verso il basso aveva tolto lo slancio verticale che ora la statua ha ritrovato. La testa, inoltre, era troppo incassata (dovuta, sicuramente, all'interpretazione della vecchiaia) e ho aggiunto 50 centimetri di collo, rimodellando anche il colletto e la papalina. Al mantello ho aggiunto un risvolto e, quindi, ho rivisto, senza la preoccupazione del tempo, piccoli particolari, quasi impercettibili, come la linea degli occhi e delle labbra socchiuse". Anche la patina ora va bene: è del verde chiaro previsto dall'artista, ma travisato.
"I tempi di lavoro furono davvero frenetici e folli"- Confida Rinaldi-
E questo per voler rispettare la data del 18 Maggio 2011(giorno del compleanno e della beatificazione di Wojtyla, ndr). Fu fatale mettere il lavoro nelle mani dei fonditori! E l'artista accettò di andare in piazza, difendendo, comunque e giustamente, la sua opera.
"L'ho difesa. Eccome se l'ho difesa! Una scultura è come un figlio. Devi batterti per lui. Poi, ho deciso, autonomamente, di apportare qualche modifica". Nonostante, le critiche di errori o imperfezioni, anche prima, "Conversazioni" centrava il tema che l'artista si era prefisso: il Papa che segue la Kenosis di Cristo, svuotandosi di se stesso per abbracciare l' umanità. "...e il suo manto si gonfiava con il vento, rendendo visibile, quasi tangibile, la presenza dello Spirito Santo". Il contenuto già c'era e, inoltre, non è concettuale l'arte contemporanea? Certo! Ed era già tutto espresso un anno fa, anche se Oliviero Rinaldi ha voluto adeguare, diversamente, la forma allo spirito!
feliciana di spirito @ gmail . com
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