Aspetti dei mantra
Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente; il secondo è trania, e
vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata. I mantra possono essere strumenti di adorazione, preghiera, terapia, avanzamento
spirituale, purificazione o di offerta rituale. Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni).
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Shanti: pace assoluta.
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Istambhan: che paralizza.
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Mohana: attraente noto anche come Sammoha.
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Uchchatan: (che turba) servono a turbare l’equilibrio mentale, aumentano il dubbio, l’incertezza, la paura, le delusione; la persona che ne subisce l’influenza agisce come se fosse posseduta.
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Vashikaran: (controllo della coscienza) servono a ridurre in schiavitù; chi ne subisce l’effetto perde capacità di discriminare diventando come una marionetta.
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Akarshan: servono ad attrarre persone che vivono lontano.
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Jrambhan: servono per cambiare paradigmi di comportamento, chi li subisce si comporta secondo il volere di chi li usa.
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Vidweshan: dividono due persone, creano rabbia, odio, gelosia, aggressività reciproche; i comportamenti rimangono invariati cambiano solo quelli in relazione alla persona selezionata.
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Pushti: servono per accrescere fama, ricchezza, prestigio, buona volontà, condizione sociale e potere proprio.
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Bija (seme): sono mantra di sintesi con un numero limitato di sillabe e sono considerati più potenti degli altri.
I bīja
I bīja ("seme")
sono monosillabi
che generalmente non hanno un significato semantico, o lo hanno
perso nel corso del tempo, ma vanno interpretati come suoni semplici
atti a esprimere o evocare particolari aspetti della natura o
del divino, e ai quali sono attribuiti funzioni specifiche e
interpretazioni che variano di scuola in scuola. Spesso questi "semi
verbali" sono combinati fra loro a costituire un mantra, oppure
adoperati come mantra essi stessi (bījamantra). Alcuni fra i più noti sono:
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AUṂ: è il bīja più noto, l'OṂ, comune a tutte le tradizioni. Considerato il suono primordiale, forma fonica dell'Assoluto, è utilizzato sia come invocazione iniziale in moltissimi mantra, sia come mantra in sé. Le lettere che compongono il bīja sono A, U ed Ṃ: nella recitazione A ed U si fondono in O, mentre la Ṃ terminale viene nasalizzata e prolungata fonicamente e visivamente. La recitazione dell'OṂ è molto comune, ed è considerata di grande importanza: numerosi testi citano e argomentano su questo mantra.
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AIṂ: la coscienza. È associato alla dea Sarasvatī, dea del sapere.
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HRĪṂ: l'illusione. È associato alla dea Bhuvaneśvarī, distruttrice del dolore.
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ŚRĪṂ: l'esistenza. È associato alla dea Lakṣmī, dea della fortuna.
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KLĪṂ: il desiderio. È associato al dio Kama, dio dell'amore, ma rivolto anche a Kālī, la distruttrice.
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KRĪṂ: il tempo. È associato alla dea Kālī.
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DUṂ: la dea Durga.
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GAṂ: il dio Ganapati.
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HŪṂ: protegge dalla collera e dai demoni.
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LAṂ: la terra
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VAṂ: l'acqua
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RAṂ: il fuoco
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YAṂ: l'aria
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HAṂ: l'etere